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I veri intenditori non bevono vino: degustano segreti. Salvador Dalí (1904 – 1989)
Il vino è la poesia della terra. Mario Soldati (1906 – 1999)

 

Decalogo della tecnica vivaisticaAnatomia della vite

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Il vivaismo viticolo ha radici antiche e nobili - è citato nelle Georgiche 36 - 29 a.C. - deve l’attuale importanza alla ricostruzione dei vigneti a seguito dell’invasione fillosserica.

L’INVASIONE FILLOSSERICA: FRANCIA 1868 E ITALIA 1879

Filoxera

 

La fillossera (Viteus vitifoliae - Daktulosphaira vitifoliae Fitch), afide dell’ordine degli emitteri, (Rhynchota o Hemiptera Linnaeus1758) studiata dall’entomologo Fitch nel 1854 in USA arriva dall’America in Europa nel 1863, in vigneti del Gard e in Valchiusa (Francia), anche se viene identificata dal Planchon con il nome di Phylloxera vastatrix nel 1868; in Italia i primi focolai vengono rilevati nel 1879 e, un anno dopo, lo si riscontrava dalla Riviera Ligure alla Sicilia. Era iniziata la lunga marcia che portò alla progressiva e totale distruzione di intere regioni viticole.

 

 

 

Dalla lotta agronomica all’innesto su piede americano

Callognessi3

 

 

 

I primi tentativi di difesa dal “pidocchio maledetto” con mezzi fisici rappresentati dalla sommersione dei vigneti e mezzi chimici (solfuro di carbonio) furono vani. Da qui l’idea di ricostituire i vigneti sia con l’utilizzo di ibridi europeo-americani sia con il mantenimento in purezza delle varietà europee innestate su piedi di viti americane resistenti o tolleranti agli attacchi della fillossera nella sua fase radicicola.

Va segnalato il notevole lavoro degli “Americanisti”, in quanto sostenitori dell’innesto della vite europea su piede americano, dell’Ecole National d’Agriculture di Montpellier da cui sono usciti ibridatori quali De Grasset, Couderc, Teleki, Paulsen. Questi, nei rispettivi Paesi di provenienza, hanno proseguito l’opera di ricerca nel campo dell’ibridazione e/o incrocio, attività portata avanti da discepoli quali il Kober, Ruggeri, Cosmo ed altri.

 

 

 

Diffusione dei Portinnesti: consorzi antifillosserici e scuole di vivaismo

Callognessi1

 

 

I Consorzi Anti-fillosserici nati con legge 6 giugno 1901, si configurano come associazioni di privati con incentivi pubblici, allo scopo di diffondere la tecnica dell’innesto.

A questi si affiancano privati quali i Vivai Papadopoli in Veneto, Incisa della Rocchetta in Piemonte e molti altri.

Numerosi ricercatori e tecnici si prodigarono per introdurre e diffondere le migliori tecniche vivaistiche, fra questi vanno citati: Guttuso Fasulo (1906, Paulsen e Gibertoni (1906), Coceani (1908), Carlo e Fabiani (1912).

Le loro pubblicazioni e lavori trattano della coltivazione delle piante madri, la conservazione delle talee - sia marze che portinnesti - le migliori tecniche d’innesto, le pratiche di forzatura e la coltivazione degli innesti-talea in barbatellaio.

 

 

Lo studio della callogenesi

Technica2

 

Notevoli sono i lavori del professor Luigi Manzoni della Scuola Enologica di Conegliano (Tv) che ha pubblicato una monografia dedicata alla callogenesi dell’innesto manuale a doppio spacco inglese utilizzato fino a pochi anni fa.

Il callo è il processo di fusione delle due talee fisicamente unite dall’innesto. Lo scopo è quello di costituire una pianta con un apparato radicale atto a resistere agli attacchi della fillossera, fornito dal materiale di provenienza americana (Vitis ripariaVitis rupestris e Vitis berlandieri e loro ibridi) e con la parte aerea delle varietà di Vitis vinifera necessarie a mantenere l’identità dei vini dei diversi territori.

In condizioni ottimali di umidità e temperatura, ottenute in appositi locali di forzatura, viene prodotta una massa di cellule indifferenziate che, successivamente alla congiunzione delle aree cambiali, produrranno un nuovo tessuto vascolare, xilema o legno all’interno, floema o libro all’esterno. Le connessioni vascolari fra portinnesto e nesto consolidano progressivamente la saldatura fra i due bionti.

EVOLUZIONE DELLE TECNICHE VIVAISTICHE

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Le diverse e buone pratiche di tecnica vivaistica sono rimaste immutate per quasi un secolo seppur basate su conoscenze empiriche, grande esperienza artigianale e impiego massivo di manodopera.

Data l’onerosità di questo modo di produzione e per rendere misurabili le diverse operazioni - standardizzandone le metodologie – si è reso necessario un cambio.

La prima innovazione nella tecnica vivaistica è stata la sostituzione dell’innesto manuale con macchine, ad esempio, la fresa Engle (a incastro, da cui è derivata la Celerina ancora in uso nel vivaismo friulano) e poi ad “Omega” che hanno sostituito l’innesto fatto a mano.

L’uso di paraffine ha permesso, ad esempio, di ovviare alla protezione dei calli di cicatrizzazione che era ottenuta grazie alla copertura degli innesti-talea con il ciglione di terra.

 La conservazione dei materiali di propagazione della vite in celle frigo, grazie al perfetto mantenimento dell’umidità e della sanità degli stessi, ha contribuito ad aumentare le percentuali di attecchimento e quindi il rendimento in barbatellaio. Si tratta di tecniche già diffuse da tempo, totalmente o parzialmente, in altre nazioni viticole e introdotte da valenti tecnici nell’area friulana e nel vivaismo friulano e veneto. Altra importante evoluzione attuata dal Vivaio Enotria è rappresentata dalla modalità di forzatura e stratificazione non più in torba o segatura di conifere ma semplicemente in acqua evitando o riducendo, così, il pericolo di infezioni fungine.

 

LUIGI MANZONI "Anatomia della Vite" Book2
De Vulpe et Uva
"Tecnica Vivaistica"Book1

 

 

 

Bibliografia

 

BIBLIOGRAFIA

Peglion V. 1902. La Fillossera. Milano.Ed. Ulrico Hoepli
Guttuso- Fasulo G. 1906. La Ricostituzione dei Vigneti Fillosserati. Palermo. Ed. Alberto Reber
Libreria della R. Casa.
Paulsen F., Gibertoni L. 1908. Relazione Tecnica sui Lavori Eseguiti nel Cantiere di Forzatura ed Innesto Meccanico delle Viti Americane presso la Società di Acclimazione e degli Agricoltori Siciliani in Palermo. Palermo Stabilimento Tipografico Virzì.
Coceani F. 1908. La Forzatura degli Innesti su Viti Americane. Casale Monferrato. Tipografia e Litografia C. Cassone.
Fagiani C. 1914. Il Vivaio di Viti Americane Innestate. Casale. Casa Editrice Fratelli Ottavi.
Hidalgo L. 1993. Tratado de Viticoltura General. Terza edizione 2002. Madrid Ed Mundi Prensa.

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