2.- CESURA STORICA
La rivoluzione industriale, con l’ascesa della borghesia, il prevalere del modello capitalistico, le liberalizzazioni e l’affermarsi della democrazia, hanno comportato la lenta evoluzione con il cambio dei sistemi umani, sociali, politici e produttivi.
In Italia il “Grande Cambio” avviene con il miracolo economico del secondo dopoguerra, quando la popolazione italiana da agricola diventa industriale e da rurale passa ad essere cittadina, con il conseguente aumento dei consumi.
La viticoltura italiana fino a questo momento promiscua (Fig. Italia: Viticoltura Storica) si specializza; aumentano esponenzialmente le produzioni che passano da 22 a 75 milioni di hl; cambiano i regimi di proprietà - possesso dei fondi e si avvia il processo che porterà all’eliminazione della mezzadria (inizio degli anni’80); vengono costituite innumerevoli cantine cooperative coll’intento di portare le plusvalenze di trasformazione e/o commercializzazione a vantaggio del produttore viticolo; la Cooperazione viene favorita e facilitata da esenzioni fiscali e forti sussidi (piccola proprietà contadina).
Prevale il fattore “sociale-politico” sul fattore “economico” anche grazie agli interventi comunitari (FEOGA) che attraverso la distillazione, gli stoccaggi e gli arricchimenti dei prodotti vitivinicoli supportano l’economia politica italiana ed europea. (Fig. Vino Distillato in Italia)
Prezzi politici garantiti a livello così alto da incentivare surplus e interventi statali per la distruzione degli stessi; surplus appesantiti dal cambio di consumi che dai 100 litri pro capite sono scesi agli attuali 40 litri pro capite.
Nello stesso periodo storico, il vino da alimento diventa bevanda recuperando valori d’immagine e da questa evoluzione sono scaturite tutte le azioni sociali, politiche e normative mirate a dare contenuti storici, di tipicità e di valore, che hanno portato alla codificazione delle Denominazioni di Origine (DO) e delle Indicazioni Geografiche (IG).
Questa fase vede il moltiplicarsi all’inverosimile di normative e di enti preposti: disciplinari, consorzi di tutela, enti certificatori, camere di commercio ecc. ... e chi più ne ha più ne metta.
È l’epoca d’oro dei consulenti, delle guide, dei “guru” che modificano i vigneti, i sistemi agronomici, i vitigni e l’enologia.
Oggi, fortunatamente, questa ricerca dell’immagine fine a se stessa si sta ridimensionando.
SITUAZIONE ATTUALE: VITE E VINO SOSPESI IN UNA REALTÀ E TREND IN RIDEFINIZIONE
Per motivi normativi e sindacali la damigiana - Dame Jeanne di 54 litri, contenitore per eccellenza, testimone della matrice rurale e collegamento con le radici enoiche del paese di origine fino agli anni 1980 - è quasi scomparsa.
Il sistema vitivinicolo è alla ricerca di nuovi equilibri per la rottura del vecchio modello dovuta ai seguenti fattori:
la cessazione degli aiuti comunitari;
la crisi economica mondiale;
Il cambiamento negli stili di vita (salutismo, quindi vini meno alcolici);
l’emergere e il consolidarsi di forme distributive oligopoliste (GDO);
le liberalizzazioni degli scambi internazionali (WTO) e la loro intensificazione;
Il mantenimento di normative diverse a seconda delle aree economiche.
Accanto alle tradizionali figure operative (cantine sociali trasformatrici e cooperative di secondo grado, imbottigliatori privati di varia dimensione) ne sono comparse e vanno comparendo di nuove e molto aggressive: MGM Mondo del Vino, Italian Wine Brands, Enoitalia, Contri Spumanti, ecc.
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